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La classifica delle città green. Palermo penultima nel rapporto di Legambiente

Pubblicato l’annuale rapporto “Ecosistema urbano” stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore, che racconta il (lento) cambiamento “green” di tutta la Penisola italiana. All’interno della classifica generale di Legambiente, Palermo si posiziona al 103esimo posto per le performance ambientali. 3 posizioni in meno rispetto al 2019.

La classifica di Legambiente

Il rapporto “Ecosistema urbano 2020” definisce la classifica in base alle trasformazioni urbane in chiave green, quindi si parla di: smog, trasporti, rifiuti e rete idrica. Insomma, tutto quello che comprende e riguarda l’impatto ambientale. In testa alla classifica delle città più green: Trento, Mantova e Pordenone. Le tre ultime posizioni sono occupate da: Pescara, Palermo e Vibo Valentia.

Ecosistema urbano 2020 – il rapporto di Legambiente

Un rapporto lungo 207 pagine per affrontare il delicato tema dell’impatto ambientale – che si intreccia a quello dell’emergenza sanitaria – e di come le città italiane stanno cambiando i loro profili sempre più rivolti al green.

«Dopo la fine del lockdown – scrive Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – le città hanno subìto alcuni cambiamenti visibili. Alcuni sicuramente negativi: è ripartita la corsa al monouso di plastica, graziato dall’incomprensibile proroga della plastic tax; i fiumi sono tornati a tingersi dei colori a cui eravamo abituati; l’aria delle grandi città ha riacquisito l’odore tipico dello smog.

Altri decisamente positivi: si sono moltiplicate le corsie ciclabili grazie alle modifiche al codice della strada; si sono diffusi i mezzi elettrici a 2 ruote, spinti anche dagli incentivi all’acquisto; si è esteso il ricorso al lavoro a distanza.

Le buone pratiche per rendere le città più green

Il rapporto 2020 di Legambiente – oltre alla classifica generale, premia 17 buone pratiche. Si tratta di trasformazioni, più o meno significative, già avviate in alcuni centri urbani del nostro Paese. Esperienze riproducibili, spesso senza spendere troppi soldi, che consentono di mettere in campo azioni per ridurre gli impatti ambientali e migliorare la vivibilità delle città e la qualità della vita. Le uniche due città siciliane ad essere state inserite all’interno di questo elenco sono: Catania e Ragusa.

Nel nostro Paese la sfida, ora, deve essere quella di pianificare gli interventi dandogli continuità. Copiare dalle altre città europee. Far sì che il Governo istituisca finalmente una cabina di regia per le città e, utilizzando con criterio il Recovery Fund europeo, sostenga e spinga i sindaci affinché imbocchino con decisione la strada della sostenibilità, dando gambe a quei progetti che rappresentano l’unica via per stare al passo con l’Europa e il resto del mondo, guardando con fiducia a un futuro più sostenibile, condiviso, salubre. I cittadini delle nostre città, in gran parte, lo chiedono con forza».

Le perfomance ambientali di Palermo – la classifica di Legambiente

Il quadro non è certo positivo per la città di Palermo che si classifica 103esima nel rapporto 2020 di Legambiente. La vera sorpresa in coda è Palermo, penultima.

Il capoluogo regionale siciliano è vittima di un lieve calo nel punteggio percentuale che però, messo assieme con un generale abbassamento della media generale dei capoluoghi e un conseguente lieve movimento di alcune città nella coda della graduatoria, basta a farla scivolare in basso.

In generale Palermo conferma performance non esaltanti in settori chiave dello studio come nei rifiuti. Basti pensare che nella percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti fanno peggio solo altre 3 città: Palermo si ferma appena al 19,2% di differenziata. Calano i passeggeri trasportati dal trasporto pubblico, e scende la superficie dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità, facendo del capoluogo siculo uno dei peggiori del Paese con poco più di un metro equivalente ogni 100 abitanti. Palermo poi arretra anche nell’indice dedicato al suolo consumato dove si ferma solo a 7,60 su 10 mentre lo scorso anno faceva registrare un più confortante 8,25/10.

I quartieri del disagio economico nelle aree metropolitane Rapporto % tra le famiglie con figli in cui la persona di riferimento ha fino a 64 anni e nelle quali nessun componente lavora o è pensionato e il totale delle famiglie

Il rapporto Legambiente 2020 completo QUI.

Ecosistema urbano 2020

Le città (per un totale di 104) vengono esaminate per:

  • Rifiuti: raccolta differenziata oltre il 58%. Nove i capoluoghi che sono stabilmente oltre l’80%. L’obiettivo di legge del 65% fissato per il 2012 è stato raggiunto da 46 città, nove in più rispetto all’anno precedente, mentre la soglia del 35%, prevista per il 2006, non è stata ancora raggiunta da 13 comuni (erano 18 nel 2018 e 27 nel 2017).
  • Rete idrica: il 36% dell’acqua potabile non arriva ai rubinetti. Cresce il numero di città in cui viene disperso il 50% e oltre di acqua. In 19 città (erano 18 lo scorso anno) la metà dell’acqua immessa nelle condutture non arriva ai rubinetti dei cittadini.
  • Trasporto pubblico: il tasso di motorizzazione dei capoluoghi italiani, invece, continua inesorabilmente a salire; 63,3 auto ogni 100 abitanti nel 2017, 63,9 nel 2018, 64,6 auto ogni 100 abitanti quest’anno. Aumenta anche, però, il numero di città in cui si registra un calo del parco auto circolante: passano da 7 a 11.
  • Mobilità attiva: crescono le reti ciclabili. Stabile l’estensione media delle isole pedonali che si conferma a 0,47 m2 per abitante, come nel 2018 (0,45 m2 nel 2017).
  • Fonti rinnovabili: crescono ancora le fonti di energia pulita. Sono 33 i capoluoghi di provincia (27 lo scorso anno) che grazie al mix delle fonti rinnovabili riescono a coprire il 100% dei fabbisogni elettrici delle famiglie residenti.

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