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Il Covid ha ucciso il mercato degli affitti universitari: crollo del 65%

Il Covid si è macchiato di un crimine efferato: aver ucciso a poco a poco il mercato immobiliare dietro agli affitti universitari. Tutte le residenze che ruotavano, e forse ruoteranno ancora, dietro le case per universitari, sia per studenti che docenti, sono ormai vuote e spoglie. La potenza della didattica online ha dato la possibilità di poter seguire un corso di studi anche per distanze come 200 km, rendendo superflue le dimore vicino le Università.

Facebook da anni era il terreno di caccia per la casa giusta. Proprio in quella piattaforma si alternavano annunci di chi voleva affittare e di chi cercava disperatamente casa, soprattutto a settembre, prima dell’inizio della sessione invernale. Ora, durante il periodo Covid-19, sono rimasti solo annunci di affitto. E nessun universitario cerca più una casa.

I dati

Stando ad uno studio di Unoaffitti.it il calo della domanda da parte degli studenti universitari è andato di pari passo all’andamento epidemiologico del Paese.

A marzo il crollo è stato drastico: circa il 65% di circolazione di denaro in meno del 2019. Poi c’è stata una lieve ripresa, che è ricaduta durante ottobre 2020, a causa della seconda ondata. Il mercato degli affitti universitari ha seguito in pratica la curva dei contagi. 

Negli ultimi mesi il costo delle stanze è diminuito. E ogni studente ha cercato di mettersi  d’accordo col proprietario della casa in vari modi: seguendo le regole del contratto(per chi lo possiede), abbassando notevolmente il prezzo dell’affitto non abitato o sbattendo in faccia la porta (tanto tutte le case sono vuote).

Un studio realizzato da Immobiliare.it sostiene che per la prima volta nel 2020 non c’è stato un aumento delle stanze prese in affitto studentesco. Inoltre la domanda, cioè il numero di case proposte, è aumentata del 300%. Chi affitta a studenti, in estate si è ricreato come bed and breakfast o casa vacanza, e viceversa per i propietari del settore turistico. Insomma una situazione complicata sia per chi deve pagare degli affitti a vuoto, seppur ridotti, sia per i proprietari, che hanno perso una fonte di guadagno certa. Addirittura in città come Milano e Roma si arrivava a 500 euro per una stanza singola, mentre a Palermo si aggirava sui 150 euro. Di certo nel 2021 si prospetta una risalita per questo settore martoriato silenziosamente. 


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”