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“Ma come fa a respirare così?”, il corazziere del Quirinale risponde con sorpresa sui social

Nessuno pensa mai ai corazzieri della Repubblica italiana. Uomini che stanno lì ore e ore immobili e che svolgono meticolosamente il loro dovere istituzionale.

Durante le prime ore dell’insediamento del Governo guidato da Mario Draghi, le telecamere dei più importanti telegiornali hanno ripreso anche uno dei corazzieri che aveva il volto e la visuale, coperti per la mascherina e l’elmo con sottogola.

L’immagine ha catturato l’attenzione del giornalista di Leccesette Mauro Bortone, che si è chiesto, in dialetto salentino, come il corazziere riesca a respirare stretto così. A sorpresa Bortone ha ricevuto una risposta social proprio dal corazziere, di origine sarda, che ha spiegato il motivo per cui indossa in quel modo il copricapo. 

Il giornalista pugliese si era chiesto: “Mentre impazza il totoministri e cresce l’attesa al Quiranale l’unica domanda che mi assale è: ma come fanno a respirare questi corazzieri?“.

Le risposta del corazziere del Quirinale

Il post sembrava solo avere un fine ironico, ma, con sorpresa e in contro tendenza con il silenzio che contraddistingue i corazzieri, il lavoratore della Repubblica Italiana ha risposto al blogger: “Buongiorno, grazie dell’interesse. Anche prima delle mascherine tenevo sempre l’elmo molto basso perchè mi è sempre piaciuto il fatto che le persone vedevano me solo come un Corazziere. Da un po’ con le mascherine non è cambiato nulla. Porto sempre l’elmo alla stessa altezza. E la mascherina è posizionata in modo normale, almeno per un corazziere. Sembra a voi che io non veda nulla. Ma vedo ciò che mi serve per lo svolgimento del servizio“.

E poi con gentilezza ed educazione ringrazia il giornalista della sua grande preoccupazioni per lui e per i suoi fidati colleghi. “Mi ha fatto piacere spiegarle questo, perchè ho trovato davvero carino il suo post“.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”