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Italiano, studente e… gigolò: la storia di Briolo che ha cambiato vita grazie a Tinder

Da Tinder a gigolò, il passo non è poi così lungo. Lo testimonia la storia che “Briolo“, nome di fantasia, ha raccontato nel corso di una trasmissione in onda su Radio Deejay. A soli 25 anni, il giovane siciliano si è già affermato nel suo campo: “Briolo è un nome di battaglia per rimanere un po’ in incognito e non dire il mio nome. È legato al mestiere che faccio, alla mia professione”.

“Io per scelta professionale ho deciso che arrivati a un certo orario devo staccare il telefono perché sennò squilla, mi martellano e non va bene. Uno deve sempre staccare il lavoro con la vita privata e mantenerle separate. Io attacco il mio secondo numero alle 16 e lo stacco poi verso le 3 o le 4 di notte”.

Briolo poi racconta come ha iniziato la sua professione: “Io sono uno studente e mi sono ritrovato a fare sto lavoro per caso perché mi sono trasferito a Palermo per studiare all’università ed essendo lì su Tinder mi ha contattato una signora. Parlando, all’inizio discutevamo sul fatto che io la dovessi accompagnare a teatro, una signora molto abbiente, abituata a frequentare certi giri. All’inizio infatti capitava che accompagnavo lei a teatro o magari a cena e poi frequentando quell’ambiente sono entrato in contatto con altre signore che volevano lo stesso servizio. Quindi si è sparsa la voce… Lo faccio da circa un anno e mezzo e guadagno molto bene”.

Esiste un limite di età per fare questo lavoro? “Secondo me non c’è mai limite a nulla nella vita, se tu domani ti svegli e dici: io oggi non voglio andare in radio, ma voglio andare a fare il gigolò, ma ben venga. Lavoro solo con le donne. Lavoro con donne dai 40 ai 60 anni e poi ci sono delle eccezioni di persone un po’ più grandi o anche più giovani. Mi è capitato anche di fare servizio con ragazze di 30 anni“.

“Ne sono capitate tante in realtà, ma se te ne devo raccontare una, è stata una signora che mi ha contattato, quando sono andato a casa sua non era sola, c’era pure il marito ed erano vestiti in assetto sadomaso – racconta – E io lì me ne sono andato, non mi ricordo nemmeno che scusa ho inventato. Me ne sono andato perché c’era pure il marito in assetto da combattimento. Viagra? Capita spesso di prenderle, dipende dalla situazione, quindi aiuta”.

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