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Una siciliana a Stoccolma, alla conquista del premio nobel per la letteratura

La scrittrice siciliana Giovanna Giordano è candidata al Premio Nobel per la letteratura di quest’anno. Lo rende noto la stessa autrice. E di questo non possiamo che rallegrarci per due semplici motivi. Il primo è che finalmente abbiamo di nuovo un’italiana a concorrere per questo premio. Il secondo, non certo per minore importanza, è che lei è donna. È “fimmina”, per dirla alla siciliana. Nata cinquantanove anni fa a Milano da genitori siciliani, deve al capoluogo lombardo la sua formazione e alla Sicilia il suo estro.

Il suo cammino letterario

La sua vita è costellata di incontri e viaggi di un certo spessore. Viaggia per gli Stati Uniti d’America e l’Asia. Ed è proprio uno dei suoi viaggi che la ispira per la scrittura del suo romanzo Cina cara io ti canto, pubblicato nel 1991. Contestualmente alla pubblicazione del romanzo, avviene l’incontro con Gesualdo Bufalino, che le consiglia di proporlo al Premio Italo Calvino a Torino, arrivando tra gli undici finalisti. È l’inizio di un ciclo di conoscenze che arriverà ad includere Leonardo Sciascia, Giulio Einaudi e Fernanda Pivano. Quest’ultima definisce la Giordano “erede della Magna Graecia”.

Dagli anni Novanta inizia a pubblicare i suoi romanzi con la casa editrice Marsilio, ed è una lenta e tranquilla ascesa. Oltre al già citato Cina cara io ti canto, nel 1996 pubblica Trentaseimila giorni e, nello stesso anno, vince il premio intitolato all’amico Leonardo Sciascia. Due anni dopo è la volta di Un volo magico ma, nel 2004, è Il mistero di Lithian ad essere sulla bocca dei critici letterari italiani: rivince il premio Sciascia ed arriva alle fasi finali del prestigioso Premio Strega, sfiorando di non poco l’inclusione nella cinquina finale.

Il ritorno in Sicilia

Una carriera in lenta e tranquilla ascesa, dicevamo, che la riporta a casa, per usare un eufemismo: diventa infatti docente dell’Accademia di Belle Arti di Catania, riceve il premio Internazionale per il giornalismo intitolato ad André Gide e già da un anno lavora al suo nuovo romanzo, oltre a tenere una rubrica culturale sul quotidiano La Sicilia. La Giordano, naturalmente, non svela nulla della sua nuova opera, ma esprime tutta la sua felicità ed emozione nell’apprendere la notizia della sua candidatura da parte dell’Accademia di Stoccolma: “Sto vivendo una girandola di emozioni, dall’incredulità allo stupore per la candidatura a questo prestigioso riconoscimento andato a giganti della letteratura, tra cui i siciliani Quasimodo e Pirandello”.

Quando Dario Fo vinse il Nobel nel 1997, molti intellettuali di alta caratura commentarono la scelta come “una delle rarissime volte in cui l’Accademia di Stoccolma non si è sbagliata nel conferire questo premio”. Senza essere megalomani, – ma almeno essere ambiziosi – è già una grande vittoria la semplice candidatura della Giordano: per noi ha già vinto, conquistandosi la considerazione dell’accademia più importante del mondo. Accademia che ha conferito lo stesso premio, non solo a Dario Fo, ma anche a Grazia Deledda, a Giosuè Carducci, ed ai “nostri” Salvatore Quasimodo e Luigi Pirandello.


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A proposito dell'autore

Paolo La Scala, classe 1988, palermitano un po' alla torinese e un po' alla romana. Laureato in storia contemporanea, ricercatore storico, polemista, libero scrittore.